2012.2.28
2 marzo 1948 – Epifanio Li Puma – sindacalista
L’uccisione del dirigente sindacale delle Madonie, trucidato mentre arava i campi del fratello sotto gli
occhi del figlio. Come si può ammazzare un uomo? Come lo si può ammazzare a sangue freddo, davanti al
figlioletto di soli 13 anni, che guarda con gli occhi sbarrati dal terrore?. Non si riuscì nemmeno ad
imbastire un processo. - DINO PATERNOSTRO su La Sicilia del 2 marzo 2008 (continua in fondo, con
18 marzo 1948 – Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci – studenti
“Con il decreto del 6 dicembre 2000 si mette la parola fine a un’inchiesta iniziata poche ore dopo il 18
marzo 1978. La conclusione del Giudice delle Udienze preliminari del Tribunale di Milano, Clementina
Forleo è la seguente: "Pur in presenza dei significativi elementi indiziari a carico della destra eversiva ed
in particolari degli attuali indagati, appare evidente allo stato la non superabilità in giudizio del limite
appunto indiziario di questi elementi, e ciò soprattutto per la natura del reato delle pur rilevanti
http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2012/02/18/669732-intitolazione-tarha-leoncavallo.shtml
19 marzo 1980 - Guido Galli – magistrato
http://www.vittimeterrorismo.it/memorie/schede/galli.htm
una vita per gli altri: http://www.rassegnapenitenziaria.it/cop/51371.pdf
http://www.vittimeterrorismo.it/iniziative/In-ricordo-di-Guido-Galli-Saronno-18-03-07.pdf
24 Marzo 1966 - Carmelo Battaglia - assessore comunale socialista
http://vittimemafia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=209:24-marzo-1966-tusame-
uccisione-di-carmelo-battaglia-assesore-comunale-socialista&catid=35:scheda&Itemid=67
27 Marzo 1985 – Ezio Tarantelli – economista docente universitario
http://www.vittimeterrorismo.it/memorie/schede/tarantelli.htm
29 Marzo 1979 – Italo Schettini – avvocato – consigliere provinciale democristiano
http://www.vittimeterrorismo.it/memorie/schede/schettini.htm
Settimanale curato da Gigi Campiotti per www.fondodanilodolci.it
Eppure, quel 2 marzo 1948, in contrada «Albuchia», territorio di Petralia
Soprana, i sicari della mafia ammazzarono così il capolega della Cgil Epifanio
Li Puma. Il dirigente sindacale stava arando con i muli un appezzamento di
terra di proprietà del cognato, emigrato in America, insieme ai suoi figli Santo
di 19 anni e Giuseppe di 13. Erano circa le 14.30.
Ecco come ha ricostruito quei drammatici istanti Santo Li Puma nel volume
biografico «Epifanio Li Puma» (Edizioni Arianna, Geraci Siculo, 2008),
«Due uomini a piedi si approssimarono improvvisamente davanti a loro.
Epifanio fermó le mule e rispose tranquillamente ad alcune domande che i
due gli formularono. «Epifanio Li Puma tu sei?». «Si, io sono». «Questa terra
di chi é?». «Di mio cognato che si trova in America». «E questo ragazzo chi
è?». «Mio figlio». «E quello che zappa dall’altro lato? ». «Mio figlio». (…) Uno
di loro, senza aggiungere altro, spianó il fucile e fece fuoco contro Epifanio
che stramazzó per terra. L`altro sicario si avvicinó al corpo di Epifanio e gli
esplose alcuni colpi di pistola alla testa per essere sicuro che la missione di
morte fosse compiuta in maniera sicura. Poi, con sguardo freddo e truce,
rivolse l`arma contro Giuseppe che… indietreggió di due passi, ma questa
volta il sicario fu bloccato dal compagno che gli disse: Lassalu stari!».
Poi andarono via a passo svelto. Attirato dal rumore degli spari, arrivó Santo,
che rimase paralizzato dal terrore nel vedere il corpo del padre per terra in
un lago di sangue. I due fratelli urlavano, chiedevano aiuto. Dopo un po’
arrivarono alcuni contadini e Santo poté correre a Raffo, la frazione di
Petralia Soprana dove i Li Puma abitavano, per avvertire la madre, i parenti,
gli amici e i compagni del sindacato. Strazianti le urla e le parole di Michela,
moglie di Epifanio: «L’ammazzaru, l’ammazzaru! U sapía ca avía a finiri
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accussí! Mi parrava l’arma, m’ha parratu sempri ca putía succediri na cosa di
chista! U sapía! U sapía! Lo disonesti, i mafiosi l’ammazzaru!».
Michela era sposata con Epifanio Li Puma dal 1922. Avevano avuto ben 10
figli: Santo, Concetta, Damiana, Pietro, Carmelo, Giuseppe, Maria, Leonardo,
Antonio, Lucia. Il fratello e il cognato di Epifanio si recarono in contrada
«Albuchia», dove arrivarono il giorno dopo.
Arrivarono i carabinieri, poi il pretore. Quindi, il corpo di Li Puma fu
trasportato nella camera mortuaria del comune di Ganci per gli accertamenti
medico-legali. Infine, fu restituito ai familiari che lo portarono a Raffo.
L’assassinio di Epifanio Li Puma destó molto scalpore in tutta la Sicilia. Il
sindaco socialista di Petralia, Aldo Ferrara, sollecitato da Pasquale Macaluso,
ex sindaco e dirigente della sinistra, decise di allestire la camera ardente in
Nel pomeriggio del 4 marzo, la salma di Li Puma fu trasportata a Petralia
Soprana, nei locali del municipio e piantonata dalle guardie. Come al solito,
l’arciprete del paese si rifiutó di celebrare i funerali religiosi, che poterono
tenersi solo grazie all’umanità e all’apertura mentale del frate cappuccino
Francesco Libbrizzi, che, «senza esitazioni, assumendosi ogni responsabilità,
offrí la sua piena disponibilità a celebrare la Santa Messa dei funerali del
povero Epifanio», col consenso della stessa Curia di Cefalú. Imponente il
corteo funebre, a cui parteciparono migliaia di contadini. «Si snodó un
lunghissimo corteo, organizzato dalla Cgil, che sventolava una infinità di
bandiere rosse». Intervennero per ricordare Li Puma e il suo impegno a
favore dei contadini Pasquale Macaluso, il sindaco Ferrara, l’on. Francesco
Musotto e il leader dei comunisti siciliani Girolamo Li Causi.
Purtroppo, le indagini sull’omicidio di Epifanio Li Puma girarono subito a
vuoto. La magistratura e le forze dell’ordine non riuscirono nemmeno ad
imbastire un processo. E il fascicolo dell’assassinio del dirigente sindacale
madonita fu archiviato con la classica frase «ad opera di ignoti».
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Obra en Tres Actos Registro Propiedad Intelectual Nº 124730Todo transcurre sobre la cubierta de un barco crucero. Tres mujeres: María, una escolar, adolescente, embarazada de unos 7 meses, parece ser la empleada domestica de la Señora que es una mujer de mediana edad, ejecutiva y neurótica. Y finalmente está la elegante Baronesa que es una aristócrata de vieja estirpe, de edad mayor pero
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