Riccardo primo re d'inghilterra.pdf

Riccardo Primo,
Re D’Inghilterra
Libretto di Paolo Antonio Rolli,
adattato da "ISACIO TIRANNO" di Francesco Briani
Londra, 11 novembre 1727
Musica di
George Frederich H andel
Personaggi:

Riccardo Primo, Re d'Inghilterra
Costanza, principessa di Navarra, sua promessa sposa
Berardo, cugino e tutore di Costanza
Isacio, tiranno di Cipro
Pulcheria, figlia di Isacio
Oronte, principe di Siria, alleato di Isacio
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CD 1
1 - Ouverture
La Scena è il lido di Limisso (oggi Limassol) nell’isola di Cipro, ai tempi della terza crociata e
la reggia d'Isacio
.
Scena 1
Lido di Limisso con veduta di mare, e navi naufragate, e scogli
2 - Recitativo
Costanza
Lascia, Berardo, lasciami!
Berardo
Che pensi, Costanza?
Costanza
Perir!
Berardo
Seguimi! sarebbe disperarsi un furore:
vieni, e spera.
Costanza
È vana la speranza, dov'è contrario il Cielo!
A vista delle navi di Riccardo,
congiurano a miei danni l'onde, i venti, le stelle,
e immersi i legni appena, io giungo al lido,
ah! che preda ei restò del mare infido.
3 - Aria Costanza
Se perì l'amato bene
fra l'angosce e fra le pene
anch'io l'alma spirerò.
Non lo vidi, e pur l'adoro,
e sì grave è il mio martoro
che s'è mort'io non vivrò.
Se perì l'amato bene, etc.
Scena 2
Cambiamento di Scena. La reggia d'Isacio
4 - Recitativo
Pulcheria
Se la vergin regale, che venia per isposa
a Riccardo il Britanno, perì nella tempesta,
il caso infausto è degno di pietà.
Isacio
(a Costanza ed a Berardo che l'approssimano)
Chi siete voi?
Berardo
Siamo infelici, e non ignobil servi
della misera sposa dell'Anglo Rè.
Costanza
Ne' procellosi flutti Costanza immersa, ahimè, perì!
Isacio
Tuo nome?
Costanza
Doride, egli è Narsete e mio germano;
dell'invocato Cielo ne scampò la pietà.
Isacio
(fra sé)
Quanto è gentile!
(forte)
Nella Reggia, oh Pulcheria, col suo fratel diletto
ella teco dimori: e tu alle nozze col Prence Oronte
ti prepara.
Pulcheria
(fra sé)
Oh cielo!
(forte)
Doride, andiamo.
Oronte, conforto del cor mio, a me verrai!
Oronte
Farfalla al divin raggio
son delle tue sembianze.
Berardo
(a parte a Costanza)
Non sospirar!
Costanza
Perdute di sposa e di Regina ho le speranze.
5 - Aria Pulcheria
(ad Isacio)
Vado per obbedirti, mio caro genitor;
tu dai conforto al cor, lo fai contento.
L'amabile diletto
di corrisposto affetto
vedrai brillar in me.
(ad Oronte)
Caro, per la tua fé amor già sento.
(ad Isacio)
Vado per obbedirti, etc.
(Parte)
6 - Recitativo
Isacio

T'arresta, Oronte, ascolta.
Vattene immantenente e fa' che al lido,
delle Britanne navi, ciò che 'l mar rigettò,
fiamma divori.
(Parte)
Oronte
Eseguirò gli ordini fieri,
e poi all'idol mio me n'volo.
Bellissima Pulcheria, i lumi tuoi
dan luce e forza all'amorosa face,
che più m'accende, sempre più mi piace.
7 - Aria Oronte
V'adoro, o luci belle,
v'amo, vezzose stelle;
voi m'infiammaste il sen.
Dal dì che vi mirai
sempre fedel v'amai,
sempre amorose e care,
sarete il sol mio ben.
V'adoro, o luci belle, etc.
Scena 3
Cambiamento di Scena. Padiglione non lunge dalle rive di Larisso.
8 - Recitativo
Riccardo
(con lettera aperta in mano)
Torni la gioia al nostro cor.
Costanza è salva, e nella reggia d'Isacio fa dimora.
Io stesso andrò non conosciuto in corte,
e per Riccardo chiederò la sposa.
Beltà, che mai non vidi,
è del mio sen gran pena,
e d'una face di cui m'è ignoto
lo splendore avvampo.
Ardo tutto d'amore e di desio:
accresce i vanti del più nobil cuore
avvezzo all'armi, arder d'illustre amore.
9 - Aria Riccardo
Cessata è la procella, ma l'alma non ha pace,
se a posseder non va l'oggetto amato.
No, che non toglie amore
le palme al nostro onore,
se illustre amor sarà, quant'è più grato.
Cessata è la procella, etc.
Scena 4
Appartamento con tavolino
10 - Recitativo
Costanza
Cortese a noi si mostra l'amabile Pulcheria;
ma pur, Berardo, o Dio! anche fra queste
sì gentili accoglienze langue il seno affannoso.
Berardo
Dove regna un crudel, non v'è riposo.
(Entra Oronte, e dall'altra parte - non vista da lui - Pulcheria.)

Oronte
Doride, hai nel sembiante
un non so che di maestoso e grande,
che sveglia in chi ti mira
e rispetto, ed amor.
Costanza
Confusa, io taccio.
Oronte
Parlano assai facondi,
allor che il labbro tace,
i vaghi lumi.
Costanza
Signor, convien la lode a chi la merta.
(Pulcheria va d'improvviso in mezzo di Oronte e di Costanza.)

Pulcheria
(a Costanza, ridendo)
Doride, hai nel sembiante
un non so che di maestoso e grande.
Oronte
(fra sé)
Cieli! che deggio dir!
Pulcheria
E in chi ti mira
svegli rispetto, e amore.
Oronte
Pulcheria.
Pulcheria
Traditore!
(segue parlando a costanza)
Parlano assai facondi,
allor che il labbro tace,
i vaghi lumi.
Convien la lode a chi la merta!
Offende il lodator tacendo
beltà ch'è peregrina.
(Si volta ad Oronte e gli dice ridendo)
Tu non dicesti il meglio, e chiama i baci.
Oronte
No, Pulcheria, mio ben.
Pulcheria
Perfido, taci!
Costanza
Deh! Principessa, io.
11 - Aria Pulcheria
Bella, teco non ho
né sdegno né rigor,
sol vendicarmi vo'
d'amante traditor.
(ad Oronte)
Falso! la vo' con te,
che sei cangiando fé,
un Proteo ingannator.
(a Costanza)
Bella, teco non ho, etc.
(Parte)
(Viene improvvisamente Isacio.)
12 - Recitativo

Isacio
Oronte!
Oronte
Sire!
Isacio
Parti; qui con Doride solo io parlar voglio.
(Oronte inchinando parte.)
Costanza
(piano a Berardo)
Perché mai?
Isacio
Tu, o Narsete, vanne ancor.
Berardo
Signor, permetti.
Isacio
Olà!
Berardo
(fra sé)
O tiranno commando!
(Parte)
Recitativo
Costanza

(fra sé)
Ahi, che sarà?
Isacio
Doride, la mia reggia
brilla per te più lieta.
Costanza
Perché la tua virtute in lei scintilla.
Isacio
Tua beltà dir volesti.
Costanza
(fra sé)
Ahi! lodi a me sospette.
Isacio
(fra sé)
Che divine sembianze!
(forte)
Bella, vil non nascesti:
i favor nostri
or di noi ti fan degna.
(Vuol prenderla per la mano; ella si ritira.)

Costanza
Non avvilisca, Isacio, la maestà del soglio:
il mio rossore. ti rimova. t'arresti:
ah! sol concedi, ch'io qual serva mi prostri
ai Regi piedi.
Oronte
(Vien frettoloso.)
Sire, a te del Britannico monarca
l'ambasciador se n'viene.
(Costanza si leva allegra.)
Isacio
(pensa)
Viene l'ambasciador?
Costanza
(fra sé)
Vive chi adoro?
Isacio
(ridendo con Oronte)
Che vuol da noi?
Oronte
Da cento armati legni sbarcò notturno, e tacquero le trombe.
Isacio
Ha squadre in armi?
Oronte
E tanto è di guerrieri il numero,
che tutto già d'ogni lato carco il lido appar,
né si discopra arena.
Costanza
(fra sé)
Oh! nuova che mi dà diletto e pena!
Isacio
Venga l'ambasciador.
(Parte Oronte; a Costanza)
Fra pochi istanti ti rivedrò;
Doride, addio.
Costanza
Deh, lascia.
13 - Aria Costanza
Lascia la pace all'alma!
Tempesta alla mia calma
non rieda, no, per te.
Per facil mio perdono,
pensa che serva io sono,
pensa che tu sei Rè.
Lascia la pace all'alma! etc.
(Parte)
(Entra Riccardo come ambasciadore ad Isacio, che grave e superbo sta appoggiato ad un
tavolino.)
14 - Recitativo

Riccardo
Isacio, il cui gran merto
tiene scettro su quest'isola,
illustre Riccardo, che dell'Anglia possiede il regio
soglio, a te m'invia:
ei ti chiede Costanza, sua consorte real,
che ancor non vide,
e su le sponde a te soggette spinse
avanzo di naufragio il mar feroce.
Isacio
(fra sé)
Ah, Doride è Costanza!
Riccardo
La bramata sua sposa
renda Isacio a Riccardo,
ed ei con le campate armate genti
partirà immantinente all'impresa che tenta.
Isacio
Torna lieto a Riccardo, e di',
che in breve vedrà
la Regia sua sposa Costanza.
Nostro amico egli sia.
La destra porgimi a nome del tuo Rè.
Riccardo
Piena d'onore te la porgo per lui.
Isacio
Digli, che ottenne con la destra d'Isacio
anche il suo core.
(Parte)
Riccardo
Superbo sia, qual già la fama il disse;
Isacio è giusto ancor.
Godi o mia speme, vedrai fra poco
il desiato bene. Oh, ne potessi almeno
partendo rimirar quelle sembianze,
che di grazia e bellezza han tanta fama.
Tosto sarai contenta,
non tormentarmi, oh, impaziente brama.
15 - Aria Riccardo
Agitato da fiere tempeste,
se il nocchiero rivede sua stella
tutto lieto e sicuro se n'va.
Più non teme procelle funeste,
se mostrato gli viene da quelle
il camino, che salvo lo fa.
Agitato da fiere tempeste, etc.
ATTO SECONDO

Scena 1
Appartamento
16 - Arioso
Costanza
Se m'è contrario il Cielo,
e che sperar potrò fra tante pene?
17 - Recitativo
Berardo
(entra)
Seco Isacio mi volle
finché partì l'ambasciador britanno,
e in libertà lasciommi poi.
Costanza
Lo stesso con Pulcheria m'avvenne:
ah! qualche inganno temo.
Berardo
S'ha da temer sempre un tiranno.
Costanza
Pensi tu, che a Riccardo ch'io viva
in questa reggia giunte sian le notizie?
Berardo
Per alcuno de' nostri essergli ponno.
Costanza
Vanne, o mio fido, interroga,
ed a tempo l'arte e l'ingegno adopra.
Berardo
Le più secrete vie tenterò,
perché il tutto a te si scopra.
18 - Aria Berardo
Dell'empia frode il velo
squarciare io tenterò,
propizio spera il Cielo
a un degno amor.
E quel poter sovrano,
che a scampo tuo vegliò,
ha in sua possente mano
tua gioia ancor.
Dell'empia frode, etc.
(Parte)

(Isacio sopraviene.)

19 - Recitativo
Costanza
Riccardo sospirato.
Isacio
Real Costanza!
Costanza
(a parte)
Ciel! che sento?
Isacio
In vano, in van ti celi,
a me palese è il tutto;
sì, sì, Costanza sei.
Costanza
(a parte)
Cielo, tu dammi aita!
(forte)
Costanza io sono.
Isacio
(a parte)
Lieto mi rende e certo.
Costanza
Tacqui incerta de' miei casi,
in suolo non mai visto,
e fascie e nome.
Berardo ancora si chiamò Narsete.
Deh, magnanimo Rè,
se di tue grazie degna pur sono,
in quella del mio sposo giunge la destra mia.
Isacio
Consolati e gioisci, in breve d'or
tenaci avrai gli amplessi del marito e i baci.
Costanza
Tua pietà generosa premiata fia dal giusto Ciel,
cui piace rendere a me la sospirata pace.
20 - Aria Costanza
Di notte il pellegrino,
se perde il suo camino,
non sa dove guidar il passo errante.
Ma un lume poi se vede,
là presto volge il piede,
e sente consolar l'alma anelante.
Di notte il pellegrino, etc.
(Parte)
21 - Recitativo
Isacio
Quanto saresti insano, cuor d'Isacio,
se altrui dassi 'l tesor, che ti portò fortuna,
è virtude in amor propizia frode.
Non goda mai, chi quando può non gode.
(Entra Pulcheria.)

Pulcheria
All'affetto di padre supplichevole io vengo.
Isacio
Amata figlia mia, Pulcheria, che brami?
Pulcheria
Oggi almeno permetti, che d'Imeneo la face
non s'accenda per me: merita Oronte
del mio sdegno soffrir qualche cordoglio.
(fra sé)
Pria s'egli è fido assicurarmi voglio.
Isacio
Figlia, cangiato aspetto ha la tua sorte:
sposa ti vuole, ma ti vuol Regina.
Pulcheria
Regina! Padre, Oronte che dirà?
Isacio
Odimi, figlia.
Pulcheria
Attenta.
Isacio
Consorte al Rè Britanno fra momenti ne andrai
col nome di Costanza;
egli non vide mai la sposa, e forse,
preso da tua beltà, felice renderà la nostra frode.
Pulcheria
Io di Riccardo sposa! Cieli!
Isacio
Il vuole l'interesse del Regno, l'util del soglio;
e non rispondi ancora?
Pulcheria
Umilio riverente al paterno comando
la volontà di figlia.
Isacio
Vanne, ubidisci.
Pulcheria
E Oronte?
Isacio
Egli pospone ai vantaggi d'Isacio
l'amor suo, le tue nozze.
Il mio comando eseguisca Pulcheria:
pensi sol che ciò chiede
il mio regno, il mio soglio;
pensi ch'è figlia mia,
ch'io così voglio.
22 - Aria Isacio
Ti vedrò regnar sul trono,
e l'inganno consigliò
ingegnoso e accorto amor.
Quando un core s'innamora,
scopra pur la frode, allora
è contento dell'error.
Ti vedrò regnar, etc.
(Parte)
23 - Recitativo
Pulcheria
Ah, padre! ah, Cielo! a che voi m'astringete?
deggio per vendicarmi d'un amante infedel,
far che la frode maschera sia
d'un tradimento enorme?
Ah no, mai ver non fia,
che di tanta empietà ministra io sia.
Ma, il genitore, oh Dio! cosi m'impone,
e vuole ch'io Costanza tradisca,
ch'io tradisca Riccardo: deggio ubidir?
Ubidirò; ma poi l'inganno scoprirò
de' torti suoi.
24 - Aria Pulcheria
Quel gelsomino, che imperla il prato,
a tutti è grato,
e niuno offende la sua beltà.
Così il mio core, candido e puro,
se n'va sicuro,
perché innocente si scoprirà.
Quel gelsomino, etc.
(Pulcheria uscita, entrano Costanza e Oronte.)
CD 2
1 - Recitativo

Costanza
Prencipe, ogn'or compagna è d'amor gelosia.
Pulcheria.
Oronte
Offende la fede mia.
(Entra Berardo.)
Ma qui Narsete?
Berardo
Udite: di Costanza col nome
a Riccardo in isposa Isacio infido
con sacrilego inganno la figlia manda.
Costanza
Oh Cielo!
Berardo
Io quivi ascoso intesi in colloquio segreto
a concertar l'inganno e la partita.
Costanza
Partirà?
Berardo
In questo punto.
Costanza
M'ingannò Isacio! Iniquo Rè! spietato!
Oronte
Cruda infedel Pulcheria!
Fu pretesto la gelosia fallace!
Costanza
Oronte, io son Costanza.
Oronte
Costanza sei?
Costanza
Tradita dal tiranno.
Nobil guerrier, se i tradimenti aborri,
una regina misera soccorri!
Oronte
Me n'volo alla vendetta: e pria che nuova
spunti l'alba vermiglia,
due rei saran puniti, e padre e figlia.
Costanza
Berardo, l'una all'altra
per me succedon le sciagure,
e quella, che nova giunge,
sempre è dell'altra peggior.
Berardo
Prova, o Regina, sono d'un'alma grande
i casi avversi.
Costanza
Finché vedo il mio ben, misero, o Dio!
in pene e in pianto languirà il cor mio.
2 - Aria Costanza
Caro, vieni a me!
Fido vieni; puoi tu, caro,
addolcire il duolo amaro,
di chi pena sol per te.
Pensa alla mia fé,
pensa ancor al mio martir,
e che a tanti miei sospir
sarai solo la mercé.
Caro, vieni a me! etc.
Scena 2
Cambiamento di Scena. Il lido di Limisso, con regio padiglione, e seggio d'oro da un lato.
(Riccardo viene accompagnato dal suo esercito)
3 - Arioso

Riccardo
Quanto tarda il caro bene
le mie pene a consolar.
(S'avvicina Pulcheria con seguito di damigelle.)
4 – Recitativo
Riccardo

Ma vedo corteggiata da nobil donzelle
a me venire l'amata sposa mia, la mia Costanza.
Giunge al bramato fin la mia speranza.
Sì, già vedo il mio bel sole,
raddoppiando il giorno in cielo,
senza velo scintillar.
Vieni, bell'idol mio.
(fra sé)
Ma che! diverse la fama a me portò
le sue sembianze.
Pulcheria
(fra sé)
Sospeso, egli s'arresta! or lo ravviso,
ambasciatore di se stesso ei venne.
(forte)
A te salva mi guida amica stella.
Riccardo
(fra sé)
Ma bella è pur.
(forte)
Queste guerriere squadre t'onorino Regina.

(Segue il saluto militare. Poi entra Oronte.)

Oronte
Alfin, da cento spade ostilmente assalito,
qui mi rifuggio: e all'inclito Riccardo
discopro tradimenti.
Pulcheria
(fra sé)
Come, Oronte?
Riccardo
Io tradito?
Oronte
Quella non è quel credi
la tua Costanza, o Re.
Riccardo
Non è Costanza?
Oronte
Figlia è d'Isacio, è Pulcheria.
Riccardo
Iniquo Isacio! ingannatore!
indegno del nome di regnante!
Conciterò l'armate schiere in guerra,
quante folgori ha il Cielo,
quante spade ha la terrà,
stringerò, svenerò, fulminerò.
(a Pulcheria)
E tu.
Pulcheria
Leggi paterne.
Riccardo
Inique, ingiuste!
Pulcheria
Deh! i giusti sdegni affrena;
in finché resa ti fia la regia sposa
io resterò in catene.
Riccardo
No, tu stessa per moverlo a ragione
al padre andrai.
Pulcheria
O prigioniera o serva a tua somma virtù
sempre m'avrai.
Riccardo
Dato a Costanza ho il core,
è unito ora agli affetti e l'impegno d'onore;
ma non pensar, che delle tue bellezze
anch'io non abbia anmiratore il guardo.
T'onoro, e mia vendetta
dell'armi nel furore te sol rispetta.
Oronte
A me promessa, e poi mancata, o Sire,
Pulcheria fu dal reo padre.
Pulcheria
Infedele lui meritasti infido, e me crudele.
5 - Aria Pulcheria
(a Riccardo)
Ai guardi tuoi
son pur vaga son pur bella,
ma che poi?
Non son cara, non son quella.
(ad Oronte)
Questa, ingrato, è fedeltà!
(a Riccardo)
Sì, fortunato spero te nella tua brama.
(ad Oronte)
Ma, chi m'ama,
non lo so, quando il sarà,
no, non lo so.
Ai guardi tuoi, etc.
(Parte)
6 - Recitativo
Oronte
Si sforzi alla ragion questo tiranno.
Io son di Licia il prence, e in quelle mura
ho mille armati fidi miei vassalli,
pronti a vittoria o a morte.
Riccardo
E ne potresti con un segnal
dare il comando altrui?
Oronte
Questo impronto regal, Sire,
gli rende fidi a chi 'l mostra.
Riccardo
A me lo fida; intanto
su le mie squadre impero avrai;
le appresta a un soccorso, e vedrai
quanto valore regna nei cuor Britanni.
Oronte
Eccoti il segno. Renderò fede ed opre
a un tanto Onore.
Riccardo
O lieto tornerò con l'idol mio,
o mostrerò a quell'empio
come un monarca inglese benigno è sì;
ma sa punir le offese.
7 - Aria Riccardo
O vendicarmi
saprò con l'armi,
o lieto (felice) amante col mio bel sole ritornerò.
E certo allora
con la tua bella felice ancora
te renderò.
O vendicarmi, etc.
8 - Recitativo
Oronte
Che mai pensa tentar l'alma guerriera!
Ma non senza ragione
fama lo suol chiamar Cuor di Leone.
Egli è fido a Costanza, all'alma mia
tormento non può dar la gelosia.
Pronto a soccorsi io già m'appresto, e spero
veder vinta la frode,
trionfanti il valore, il giusto, il vero.
9 - Aria Oronte
Dell'onor di giuste imprese
fia seguace la vittoria,
e l'amor trionferà.
O cessar dovran l'offese,
o il valore avrà la gloria,
e l'inganno perirà.
Dell'onor di giuste imprese, etc.
Scena 3
Cambiamento di Scena. L'atrio della reggia d'Isacio
10 - Recitativo
Isacio
Ah! scampò dagli agguati Oronte,
e tutto scoperto avrà l'inganno.
Empia fortuna, sempre t'opponi ai grandi disegni!
Berardo
(entrando)
Sire, tornato è qui l'ambasciador Britanno,
e udienza chiede.
Isacio
Ei venga.
(Berardo parte.)
Sì, scoperta è la frode.
Arte mi giovi; troppo forte è il nemico.
Riccardo
(entrando)
Strano sembra al mio Rè,
che tu mancata abbia la data fé.
Perché Pulcheria, tua figlia, a lui mandasti,
e non Costanza! Le sacre leggi d'onore
serbi così nella tua Reggia?
Io vengo l'ultima volta a demandarti, Isacio,
la navarrese Principessa.
Isacio
Strano sembrami, che il tuo Rè
l'onor più grande, l'interesse maggiore,
dal minor non distingua.
Unica figlia è a me Pulcheria,
e questo regno in dote avrà
se de' Britanni ella è regina.
Ritorna a lui: fagli saper ch'ei deve,
già che fu discoperta, amar tal frode.
Riccardo
Vano è il ritorno.
Ei vuoi Costanza,
e vuole, ch'io la conduca.
Poco inver conosci il Britanno valore:
l'interesse a lui serve, egli all'onore.
Isacio
Più tempo io chiedo alla risposta.
Riccardo
No, risolvi su'l momento,
questa destra riserra e guerra, e pace.
Scegli!
Isacio
Guerra.
Riccardo
Guerra? e guerra avrai.
Già pronte di Limisso all'estrema ruina
son le nostr'armi invitte:
in brevi istanti vedrai.
Isacio
Dal tuo sovrano l'ostilitate ebbe principio:
ci tenne prigioniera Pulcheria,
aspri, e tiranni puoi tu negare i modi suoi?
Riccardo
T'inganni. Mira e da saggio,
fa prova maggiore
della sua cortesia, non del rigore.
Pulcheria
(entrando)
Padre, al tuo piè m'accogli.
Oronte ha reso l'obbedienza mia vana;
deh, rendi Costanza al Rè suo sposo.
Tu non vedesti mai core più generoso,
alma più grande; anche in mezzo ai furori
d'una scoperta frode le dolci cortesie
temprar lo sdegno. Per far pago il suo merto
perder saprei, non ch'acquistar un regno.
In sì cortese istinto, deh! generoso emulo sii.
Isacio
Son vinto.
Costanza amai: goderne onor mi vieta:
vanne, dalla tua mano
l'abbia il Britanno ambasciador.
Pulcheria
Son lieta.
(Partono Isacio e Pulcheria)
11 - Aria Riccardo

Nube, che il sole adombra,
svanisce al fin da quello,
e appare allor più bello
con lucido spiendor il suo sembiante.
Sì fugge il duol, che ingombra
le brame del desio,
e fa che l'idol mio
più amabile sarà al core amante.
Nube, che il sole adombra, etc.
Scena 4
Cambiamento di Scena. Cabinetto.
(Costanza seduta appoggiata ad un tavolino)
12 – Arioso
Costanza

Sì m'è contrario il Cielo,
e morta al fin sarò in tante pene.
13 - Recitativo
Pulcheria

(entrando)
Mesta e pensosa è ancor Costanza?
Costanza
Quella tu sei:
perduto ho nome e sposo in trono:
piango la sorte mia.
Pulcheria
Quella non sono.
Costanza
Tua bellezza aiutar dovea la frode.
Pulcheria
Obbedienza m'indusse, ma onor
me fé poco abile all'inganno.
Con mio piacer, tutto scoperse Oronte.
Torno, e dal padre ottengo
mandarti al caro sposo.
Costanza
Oh, accogli in questo tenero amplesso
un'amistà sincera, generosa Pulcheria!
Pulcheria
Ecco il Britanno ambasciador, che per te viene.
Riccardo
(che entra)
S'inchina meco l'Anglia al tuo piè,
bella Reina (somma beltà!);
te impaziente aspetta:
e per me qui ti manda il mio sovrano,
il suo cor tutto amore,
in questo bacio su la regia mano.
Costanza
Al generoso amato Rè vogl'io,
che in breve dia risposta l'umiltà del cor mio.
Del tuo gran merto sempre avrò rimembranza.
Pulcheria
Eh! che Riccardo tuo vedi, o Costanza;
ei di se stesso ambasciador qui venne.
Riccardo
T'abbraccio amata sposa.
Costanza
La sorpresa m'opprime:
al regio piede del caro sposo mio.
Riccardo
Sorgi, e qui posa.
Condurre a fine la bell'opra or dei,
generosa Pulcheria.
Il nome mio non isvelar finché lontan.
Pulcheria
Riccardo, dagli avi gloriosi
animo forte trassi; veduto hai già,
se tutto onore ho l'alma.
Riccardo
Sì, mi fido al tuo bel core.
14 - Aria Pulcheria
L'aquila altera conosce i figli
se in faccia al sole osan guardar.
E crede allora pronti a' perigli,
che possan quegli degli altri augelli pur trionfar.
L'aquila altera, etc.
(Parte)
15 – Recitativo
Riccardo

Tutt'i passati affanni or copra oblio;
pensi alle gioie sol l'alma felice.
Speme del desir mio, vieni a parte del trono;
al Regno vieni.
Costanza
Te più del trono,
e più del Regno io bramo.
Paga rendermi vuoi? sol dimmi: io t'amo!

16 - Duetto Riccardo e Costanza
Riccardo

T'amo, sì!
T'amo, sì, sarai tu quella
solo cara, solo bella
al mio guardo ed al mio cor.
Costanza
T'amo sì!
T'amo sì, e più m'appaga
ch'aver soglio, ch'esser vaga,
se son cara al tuo bel cor.
Riccardo, Costanza
Te sol bramo, te sol amo,
mio diletto, tutto affetto,
dolce meta del mio amor.
T'amo sì, etc.
ATTO TERZO

Scena 1
Campo presso le mura di Limisso
(Riccardo, con spada alla mano, seguito da soldati d'Oronte, ed Oronte che viene con l'esercito
inglese al soccorso di Riccardo)
1 – Recitativo Accompagnato
Riccardo
Perfido Isacio! traditor! tiranno!
All'assalto, alle stragi, alla vendetta!
Corran sangue le vie, fiamme e ferro
distruggan l'empia città!
2 – Recitativo
Oronte
Dall'avanzate guardie della tenzon
l'avviso venne, e pronto al soccorso ero già.
Riccardo
Prence, ottenuta Costanza
era già presso a quella porta,
improvviso turnulto sorge, e da mille armati
siamo assaliti; i pochi miei seguaci
muoiono alla difesa di Costanza e di me.
Combatto e strage fo degli infami assalitori.
Cresce più che spenta è la turba;
i tuoi guerrieri chiamo in aiuto,
e mostro il regio impronto;
i pochi allor presenti vengono a mia difesa;
si combatte: ma, oh Dio! perdo l'idol mio,
la mia Costanza rapita è al fine; l'infinita turba
col numero e col peso, col valore non già,
fuor delle mura ne spinge,
e il ponte levator s'estolle.
3 – Recitativo Accompagnato Riccardo
All'assalto, alle stragi, alla vendetta, fedeli miei,
d'un così vile inganno!
Perfido Isacio! traditor! tiranno!
4 – Recitativo
Oronte

Sire, l'assalto, alquanto tardi:
io vado ove son, che i miei fidi
guardan nascosto varco in quelle mura
onde a te venni. Or or sovra quei merli
ventilare il mio candido stendardo vedrassi:
impeto allora facciano i forti inglesi;
sol Pulcheria co' suoi fidi si salvi, il resto muora.
5 – Aria Oronte
Per mia vendetta ancor
punito si vedrà
l'inganno dal valor,
perà quel traditor,
perà quell'empio!.
Chi manca altrui di fé,
non merita mercé,
dia quell'infame cor
oppresso dal rigor
a i falsi esempio.
Per mia vendetta ancor, etc.
(Parte)
6 – Recitativo
Riccardo

O voi, che meco del Tamigi in riva -
patria di libertà, virtù, valore -
nati, siete alle imprese di giustizia ed onore:
seguite il vostro Rè.
La prima gloria di nostr'armi
nel perfido Oriente sia domar
questa rea barbara gente;
usate prove de' Britanni sono
debellare i superbi,
e concedere altrui pace o perdono.
Tosto la bianca Siriana insegna vedrem colà,
s'assalti il muro allora, acquistatemi un regno,
vendicatemi; unite son nostre lodi,
il vostro Rè seguite!
7 – Aria Riccardo
All'orror delle procelle,
al rigor d'avverse stelle,
cuori avvezzi in mare e in terra,
guerra, guerra!
Mia vendetta è il vostro onor.
Del combattere la gloria
non è in man della fortuna,
solo è figlia la vittoria
del comando e del valor.
All'orror delle procelle, etc.
Scena 2
Cambiamento di Scena. Atrio.
8 – Recitativo
Costanza
Morte, vieni! ma in van ti chiamo,
in van ti chiamo, o morte!
Sei la fine de' mali, e da me lunge
ti vuol mia cruda insaziabil sorte.
Morte, vieni! etc.
Pulcheria
(che entra)
A me nel mio rossore
del par che a te nel tuo dolor
dovrebbe volger un guardo di pietade il Cielo.
Ma del padre i furori
certo vedran la figlia
degli avi augusti imitatrice,
in breve calcar l'orme d'onor,
ch'egli ha smarrite.
Torno sola a Riccardo,
e prigioniera vado ostaggio per te;
se il fiero Isacio a te sarà crudel,
tale a me ancora sarà:
vedrà la figlia, d'alma onorata e forte,
gir teco incontro alla medesma sorte.
Costanza
D'intrepida virtude illustre esempio,
fida Pulcheria!
Ma diversa, oh quanto, è nostra condizione!
A un Rè cortese tu torni,
e in preda io resto d'un tiranno.
Pulcheria
Ma in lui meno possente creder non posso
la pietà paterna d'un cieco furioso ingiusto ardore.
Costanza
Propizio arrida il Cielo all'armi del mio Rè!
Vo' allor, ch'il mondo la gratitudin mia
al tuo bel cor venga altamente espressa.
Pulcheria
Premio d'opra d'onore è l'opra istessa.
10 – Aria Pulcheria
Quell'innocente, afflitto core,
fedele amor, gentil beltà
accendon sempre le più bell'alme
di dolce ardore e di pietà.
Forte all'onore, fida all'affetto,
per te amorosa,
l'alma pietosa
sempre sarà.
Quell'innocente, afflitto core, etc.
(Parte)
11 – Recitativo Accompagnato
Costanza
Alto immenso poter,
dal cui sol cenno furon tutte create,
e tutte ognor dipendono le cose,
deh, per gloria maggior di tua potenza,
proteggi la giustizia e l'innocenza!
(Entra Isacio.)
12 - Recitativo
Isacio
Ingiustizia e furore dar' moto all'opre mie, tu
credi, o bella,
e pur forzate in me son dall'amore.
Ei benda gli occhi miei, l'orecchio ei chiude,
onde il giusto io non vegga, la ragion non ascolti.
Avriami invan mandato un tanto bene fortuna amica,
se il perdessi così?
E regno e soglio t'offro anch'io.
Costanza
Ciel! che ascolto!
Isacio
Io vo' perire, ma perderti, mio ben,
no, che non voglio.
Costanza
Promessa, e in sante leggi unita altrui,
ascoltar m'è vietato i cortesi tuoi voti.
Isacio
Ancor non sei moglie a Riccardo;
ma la forza sola deciderà.
Costanza
Deh! alla ragion ti rendi,
per tua gloria maggior!
Isacio
La gloria mia fia posseder tanta bellezza.
Oltraggio non temer dal mio amore!
Il premio esser tu dei del vincitore.
Berardo
(che entra)
Dall'alta rocca avvicinar si vede
a tue mura l'esercito Britanno.
Sire, la pace è in mano tua.
Isacio
Vo' guerra! la pace è figlia del timor.
Mia bella, perderti è più che morte,
e cederti è viltà.
No, pria si mora;
me impavido feriscan le ruine,
se l'orbe infranto sprofondasse ancora.
13 – Aria Isacio
Nel mondo e nell'abisso io non pavento
tutto l'orror che mai possa inventar
il ciel, la terra e il mare.
No, perdere non vo' il mio contento;
se mia tu non sarai, d'altrui non ti vedrò
nel mio penare.
Nel mondo e nell'abisso, etc.
(Parte)
14 – Recitativo
Berardo

Pulcheria vuol, che seco a Riccardo io me n'vado;
il tuo comando me il concede, o Regina!
Costanza
O mio fedele! vanne, la scorgi,
ed al mio Rè dirai, quanto amor,
quanto onore ha Pulcheria per noi;
se poi ti chiede, per tema del tiranno,
del mio amor, di mia fede,
di' all'amato consorte,
che un dì questi m'avrà: Riccardo o morte.
15 – Aria Costanza
Bacia per me la mano dei caro idolo mio,
digli, che per lui moro e son contenta.
Dirai, ch'è la mia pena il non vederlo, o Dio!
ma che la pena sua più mi tormenta.
Bacia per me la mano, etc.
Scena 3
Cambiamento di Scena. Il muro di Limisso assalito, che cadrà a colpi d'ariete.
Bellicosa Sinfonia, mentre s'avanza l'esercito.

16 – Aria Riccardo
Atterrato il muro cada,
poi crudel l'ultrice spada
empia tutto di stragi e d'orror!.
(Il muro cade, e vedesi per la breccia Isacio alla testa de' suoi soldati, che con la spada nella
destra tiene Costanza con la sinistra.)

17 – Recitativo
Isacio

Arrestati, Riccardo, o qui la sveno!
Riccardo
Mostro di crudeltà!
Pulcheria
Sire, in vendetta me uccidi ancora,
eccoti aperto il seno!
Isacio
Che miro! ah figlia rea!
Pulcheria
Padre, non voglio al tuo gran disonore
sopravviver, né pure un sol momento.
Costanza è di Riccardo: a lui la rendi!
Riccardo
L'assalto cesserà.
Costanza
Pietate, o Cielo!
Isacio
No! Costanza cadrà vittima
al mio irritato furor,
se un passo solo all'assalto si move.
Pulcheria
(dà di piglia alla spada d'uno de'soldati)
Ah dispietato! tuo proprio sangue mira
fuggir con l'alma dal mio sen trafitto,
pria che tu versi l'innocente sangue
della regal Costanza.
Costanza
Ah no!
Riccardo
T'arresta, o di vil padre generosa figlia!
Isacio
No! la figlia rubelle lascia che paghi
il fio del suo delitto.
Ma Riccardo non parte?
Il colpo io vibro.
(Entra Oronte con soldati.)

Oronte
Empio, perisci tu!
Isacio
Ciel! son tradito.
(fugge)
Oronte

L'inseguite, o miei fidi!
cada la turba vil preda di morte.
Riccardo
Facciasi strage sol di chi resiste.
Vieni, Pulcheria!
Pulcheria
Vincitor pietoso sarai!
Riccardo
Per propria gloria.
Pulcheria
A Costanza!
Riccardo
Al mio bene! alla vittoria!
18 - Coro
Alla vittoria!
Scena 4
Cambiamento di Scena. Sala.
19 – Recitativo
Costanza
Dal passato spavento ancor non ponno
lo scampo e la vittoria ricovrarmi.
Berardo
Tutto è sicuro, tutto è vinto:
in breve, avvinto da catene,
a' piedi tuoi supplichevol vedrai l'empio tiranno,
nella rocca ei fuggì;
ma al forte assalto de' Britanni guerrieri
il tutto cede.
Pulcheria
(che entra)
Assalita è la rocca,
e la vittoria certa saranne;
salvo Isacio io spero,
lo spero sì dal vincitor tuo sposo,
da te lo spero ancor.
Costanza
La tua speranza certa è del par
che la vittoria; io stessa andrò per te,
fida Pulcheria, incontro al Rè vittorioso,
a implorar il perdono;
perder non devi e padre, e trono, e sposo.
20 – Aria Costanza
Il volo così fido
al dolce amato nido
quell'augellin non ha,
no, no.
Come al tuo nobil core
quest'alma, tutt'amore,
sempre fedel sarà.
Il volo così fido, etc.
21 – Recitativo
Pulcheria

Pietoso Ciel, tu m'ispirasti sempre
l'orme seguir della virtude invitta;
questa, fra gran perigli e avverse sorti,
a vera pace in fin l'alma conduce.
Oronte
(che entra)
Liete nuove, idol mio!
persa è la rocca, Isacio alfin si rese,
e il gran Riccardo estinse l'ira
e perdonò l'offese.
Pulcheria
Andiamo incontro al vincitor cortese.
Oronte
Egli alla reggia viene, e a te mi manda,
per tuo conforto pria ch'ei venga a te.
Pulcheria
Gioisci, anima mia!
22 – Aria Pulcheria
Tutta brillanti rai per lungo scintillar,
fuor d'agitato mar
mi scorge al caro lido amica stella.
Mi scordo ogni rigor,
e il guardo e l'alma ancor
io volgo a quella.
Tutta brillanti rai, etc.
(Partono tutti.)

Scena ULTIMA
Cambiamento di Scena. Colonnato.
23 - Marche
24 - Recitativo
Riccardo
Generosa Pulcheria! fu la vita d'Isacio
a te concessa. Or questo regno, mia conquista,
io voglio che te acclami sul trono,
e tu a parte del soglio chi più t'aggrada avrai;
sarà tuo dono.
Pulcheria
O degno vincitor, cui serva il mondo!
Costanza
Nella tua contentezza ho il cor giocondo.
Pulcheria
Ad Oronte or la destra io porgo,
e pegno fia, che di Cipro il regal serto gemmato
sul crine suo risplenda,
poi ché mio genitor ceda al suo fato.
Oronte
Or propizie mi son le amiche stelle!
Riccardo
Voi coronate, o belle, e di mirto e d'allor
la mia vittoria!
(a Costanza)
A te, mia cara, io giuro eterno amore;
(a Pulcheria)
a te, mia fida, un'amistà sincera.
Resta a bramar sol poi,
che lungo il Ciel conservi i doni suoi.

25 – Aria Riccardo

Volgete ogni desir,
bell'alme, a sol gioir!
Diviso il cor sarà:
(a Pulcheria)
per te, tutto amistà,
(a Costanza)
e tutto amor per te.
(a Pulcheria)
E so, che tuo bel cor,
(a Costanza)
e tua costanza ancor
amano tal mercé.
Volgete ogni desir, etc.
26 – Recitativo
Oronte
Spargansi pur d’oblio
E gli affanni e le offese
Se il Ciel propizio è all’onorate imprese.
27 – Coro Finale
La memoria dei tormenti,
Spar’ai venti,
Svanirà nell’alto mar… .
E soavi dolci affetti,
Bei diletti,
Faran l’alme in sen brillar.
La memoria dei tormenti, etc.

Source: http://www.haendel.it/composizioni/libretti/pdf/hwv_23.pdf

ftd.med.upenn.edu

of specific diagnostic criteria based on an independent RESEARCH LETTER review of the semistructured history, detailed mental sta-tus examination, and complete neurological examina-tion. These patients and their legal representatives par- Longitudinal Cortical Atrophy ticipated in an informed consent procedure approved bythe institutional review board at the University of Penn- in Amyot

Doi:10.1016/s0140-6736(00)03403-6

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